La scrittrice svedese Selma Lagerlöf vinse il Nobel per la letteratura nel 1909.
I bambini di Betlemme sono gli innocenti che il re Erode vuole uccidere. In tal modo egli crede di assicurarsi anche la morte del bambino pericoloso, ovverosia di quello che, secondo le profezie, un giorno salirà al suo trono. Il piano ordito è spietato. A palazzo si dà una festa sontuosa dove sono stati invitati tutti i bimbi della città come ospiti d'onore. Il clima è gioioso, ma la gioia si trasformerà presto in lutto. Improvvisamente, durante i festosi festeggiamenti, i soldati iniziano la carneficina. Tutto avviene repentinamente sotto gli occhi atterriti dei genitori che sono stati colti di sorpresa.
La descrizione del massacro è l'unico vero momento in cui si esce dall'atmosfera fiabesca per entrare in uno stile realistico.
La storia sia prima sia dopo questo tragico apice ha molti aspetti grazie a cui si avvicina a una favola.
Il suo linguaggio è semplice e immediato come si addice a un racconto scritto per i bambini. Inoltre, leggendo, lo scorrere del tempo quasi non si avverte. Sembra che le azioni dei personaggi si svolgano dentro un tempo senza un'effettiva durata; in un tempo mitico, insomma.
Tuttavia nella storia non c'è soltanto un tempo di tale specie. Qui è presente anche anche uno spazio mitico che appare quando il racconto sta per finire.
Il protagonista che insegue il bambino e i suoi genitori, attraversando perfino il deserto in mezzo all'aridità più desolante scopre una fresca grotta dove si sono addormentati i tre fuggitivi. La grotta simboleggia senz'altro un luogo sacro. Proprio qui avviene un cambiamento impensabile nel duro cuore del soldato. Egli, per la prima volta, avverte un senso di dolcezza e di riconoscenza verso qualcun altro. L'uomo può dimenticare che il bambino addormentato nella grotta, durante un giorno caldissimo, gli ha portato dell'acqua da bere con le sue piccole mani.
Il ricordo di quel dono e la bontà del gesto sono ora più forti di tutti i premi promessi da Erode. Il soldato s'inginocchia presso il bambino e gli bacia i piedi. Il piccino ha salva la vita.
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